Si fa sera quaggiù

Si fa sera quaggiù, ombre si allungano
come dita angosciate, si fa sera,
all’orizzonte come un fazzoletto
rosso s’agita un grido di colore,
tanto lontano è il tramonto, si attende
la lunga notte, fa freddo nel cuore
e un vento nero arriva sulle ciglia
a spegnere la luce fuori di te.

La lunga notte è giunta, a noi è toccato
attraversarla da un tramonto a un mattino
un bastone paziente nella mano
a tentar strade buie, freddi vicoli ..
E’ un pantano la notte, questa notte
è una vecchia antichissima abbracciata
da un pallido lampione e s’imbelletta
di un’ illusione di luce; è un pantano
di passi stanchi, carte abbandonate
di pratiche d’amore, di protocolli d’odio,
di bottoni spezzati, di stracci di lusso ..
e di rauche canzoni … Le canzoni,
anche quelle si spengono, fa notte
sulle bocche degli uomini, le voci
opache come vetri che si appannano
ad un fiato invernale- e ne trasecolano
le immagini tentatevi col dito-
Le canzoni dagli angoli delle strade
si nascondono, fanno come ladri
che han salvato un gioiello all’antro buio
della tua cassaforte, signore della notte.
In questa notte le cerco, sulla bocca
dello spazio che s’aprirà domani
a cantare mattina con le trombe
del vento e della luce, in questa notte
le cerco, ho in mano un capo di quel filo
che si dipana dentro il buio e scrivo
le parole, o ne tento solo l’anima,
Si fa sera quaggiù, s’è fatta notte,
anime di parole cerco ancora
per le canzoni dei mattini

Autore: Gianni Toti

Data: 21 marzo 1954

Numero serie: 1954_0308

Evento scatenante: insonnia

Temi: insonnia

Emozioni trasferite nella scrittura: malinconia; rassegnazione