Sono stanco di ritrovarmi sempre
al di la da te, amore,
al di qua da te, morte,
e da te, anche, dolce vita,
stanco di esserti inferiore,
amorosa, purissima, vita peccatrice
e di esserti insufficiente, amore,
di non riuscire che a cogliere
un attimo, uno spazio minuscolo
del tuo largo volo a onde,
e stanco, proprio stanco
di sentirti come una parete, dolce morte
che mi dividi da me
e mi estranii dalla vita
Non posso morire così,
temendoti, inconosciuta, inconoscibile,
come se non fossi in me,
negli altri, nella vita, nel cielo e nell’amore
Sono proprio stanco di non aver imparato
da tanti evi a vivere e a morire,
ma non so ancora come fare
a conquistare la mia morte
per avere la mia vita.
Solo riesco a sentirti
lottando: dico la lotta
è la vita e la morte e il segreto
Non so altro: continuerò a lottare,
a cercare, in tutto il mondo
e nello spazio breve del mio cuore
So che è difficile, l’ostacolo grande
è l’impazienza, la paura di non averti
Quanto, quanto leggeri occorre essere, amore
per avere la tua carezza
nel fruscio delle ali future
che avvolgono la mia fronte nuova
della benda antichissima della speranza
Autore: Gianni Toti
Data: Gennaio 1949
Numero serie: 1949_0213
Temi: Amore; dolore; stanchezza
Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; dolore; stanchezza