Al di la dell’al di la

Un suicidio:
molta pazzia è saggezza divina
per uno sguardo che discerna
Emily Dickinson.

Così oggi, lei,
fra le notizie più terribili
la sua; l’abito bellissimo
e il colpo di pistola al cuore
per il fascino della morte,
la gioia di andarmene via,
qualcosa che nessuno capisce
“Pazza,, – hanno detto e continuato
a sfogliare terribili notizie.
“Pazza,, – ho mormorato anch’ io
ed era come se le sparassi ancora
sul fiore rosso sul suo seno

” Per uno sguardo che discerna
molta pazzia è saggezza divina ,,
La tua morte è una domanda eterna
Rossana, ma io spero
che tu mi risponderai,
magari tra centomila anni,
pulviscolo astrale tu ed io,
che non possiamo più sfuggire
dal cerchio azzurro e tentiamo
di andracene dall’infinito
al di la dell’al di la

E mille ragioni, sai, ora mi assalgono
per spiegarmi questa saggia tua pazzia,
per chiamarla con questo nome
(sei povere lettere d’alfabeto
continuate in un vocabolario…)
ma io non so giudicare
se tu abbia ucciso la vita
ho paura di essere saggio
come tutti quelli che vivono
senza pensare ai morti
che erano come sono loro,
ridendo del tuo fiore rosso
sbocciato sul giovane seno
con uno scoppio nel cielo
e un profumo di polvere da sparo….
e dubito se la vita
sia solo il sangue nelle vene
e quattro immagini nel cervello
meschine come una notizia
su due colonne, taglio, basso pagina,
in corpo sette.
e ho paura di essere vivo
in un mondo dove si muore

da cui sei partita per un dove
che non esiste, chiuso nel tuo cuore
in un istante eterno come il cielo.

Che strano, Rossana, hai aperto una porta
di una casa che non c’è.
In quel momento cosa sei stata;
fermata per sempre, così, sulla porta,
al limite eterno del mondo?

La tua morte è più morte della morte
che domani mi chiuderà
Rossana, per me, adesso,
che non so spiegarmi perchè sei nata

perchè niente è pui niente di niente
e tutto è più tutto di tutto,
mi dico, bambina, come un vecchio pazzo
che si pone domande impossibili
cui nessunoo risponderà

E mi domando se credo alla morte
e vedi, mi risponderò,
che non le credo como un santommaso,
santarossana, uccisa per amore
della vita, della morte, di tutto…

E ora la notte si è quasi bruciata,
si avvicina un’aurora impazzita
su piccoli piedi luminosi
tracciando il cammino della notte
verso la notte
ed io sono qui, vivo,
Ignorante di quello che sei tu
che oscilli nello spazio
e che io insulto con queste parole,
e che un giorno mi spiegherai,
magari fra centomila anni,
o più tardi, o più presto…

Autore: Gianni Toti

Data: 7 luglio 1948

Numero serie: 1948_0165

Temi: Morte; lutto; affetto; tristezza; amarezza; rimorso

Emozioni trasferite nella scrittura: Lutto; affetto; tristezza; amarezza; rimorso