Seppellisci la tua morte

Queste sere dal grande occhio di cielo
impassibile che mi scruta
anche nella cruna azzurra
del mio amore segreto
– e io non ho che parole taciute
a compagne del sonno –
queste sere serene convalescenti
in cui nulla avviene
e la luna non cade nel pozzo
e la strada vuota la camera nuda
il letto nudo come una vergine
sono più veri della verità
che puoi ignorare con le bugie
queste sere amorose amanti amate
che i sogni non si possono sognare
e tutto è impossibile – lei
più impossibile della morte –
quanti letti d’amore nel mondo
e miliardi di baci
– sono meno le stelle
di più le speranze –

quanti come me queste sere
si infilano l’anello d’amore
sperando impossibili magie
amando donne d’aria
creando figli d’aria
quanti passeggiano le strade della notte
gonfi d’amore di luce divino
……………………………………………………….
e non possono dimenticare
il piccolo sorriso unico di un istante
in cui il cielo si rovesciò come una pioggia
sul cuore che era un campo arido assurdo
e la felicità sembrò un fiore vero
da cogliere illuminati
dagli occhi della gente
della gente bella della buona gente
della nostra gente ricca d’amore.

Ma adesso basta Gianni
domani lo sciopero è finito
le parole saranno altre parole
da queste innamorate di una sera
senza lavoro in cui non hai stanchezza
da ucciderne i rimpianti

Domani batterai con le parole
il ferro caldo della volontà
mancano pochi giorni a una vittoria
poi presto un grande piano di felicità
fonderai con compagni che hanno amore
la notte e figli e stanchezze coniugali

Poi, Gianni, dimmi
ci sarà un grande piano di felicità
anche pei poveri d’amore
pei perduti d’amore?
il comunismo non ti renderà Laura
non ti renderà la speranza
del suo amore e il tuo futuro?
un uomo può morire d’amore
e nessuno, neanche zio Palmiro, salvarlo,
compagno Gianni redattore-capo
del buco fetido di Via Trabia?

Sì lo so, vuoi uscire, uscire, uscire
dalla porta di te stesso
da cui sei entrato in questa casa del mondo
sei perduto – dici – ci si perde
tanti come te
e nessuno Carlo Marx
nato ad aprire strade
pei perduti d’amore

oh il fischietto impazzito

ma seppellisci seppellisci la tua morte
compagno Gianni che nessuno sappia
che sei morto senza essere amato
da chi ami
che non lo sappia tu stesso
che non ci creda,
seppellisci, seppellisci la tua morte…..

Autore: Gianni Toti

Data: 23 marzo 1948

Numero serie: 1948_0141

Temi: Amore; malinconia; tristezza

Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; malinconia; tristezza