Il mio amore viene da molto lontano

Chi ha la misura del mondo?
chi sa quanto pesa la pena
chi ha la bilancia della tristezza?

Vorrei sapere se tu che piangi
per la tua fame senza pietà
hai più dolore di me che soffro
perché lei, il mio amore, il mio tutto
mi ha lasciato per amare un altro.

Perch’io so cosa fare per te
perch’io posso non farti più piangere
– per questo lavoro notte e giorno –
dandoti pane, una veste, una casa
creando una società d’uomini buoni,
ma a me chi darà più la gioia
di vivere, chi mi ridarà Laura? Nessuno,
il mio dolore non ha speranza
(perché non la dimenticherò, sappiate,
finché vivo)

Soltanto, in certi momenti, quando
nel pantano, nel buio
del mio lavoro comunista
io sento dalle sabbie mobili
resistere una pietra
e tutto il passato vacillante
rovesciarsi perché ho trovato
un punto d’appoggio nel mondo
che vacilla nell’infinito,
risento le sue parole:
<< Solo tu mi sarai vicino
quando verrà la rivoluzione…>>
e penso che tutto cambierà,
tutto, anche il passato.

Perché veniamo da molto lontano
Laura, tu e io,
e andiamo molto lontano
coi compagni.

Ti ho perduta, amore, lo so,
un giorno che t’ero lontano
a scrivere pagine comuniste
sul libro borghese della solitudine
ma ci sono due modi di perdere
in questo mondo dove gli aghi
mi ritrovano nei pagliai
bruciando tutto il covone:
io ho scelto questo, ti cercherò sempre
a due passi dal mio dolore.
Chiamandoti nella notte
quando l’altro ti bacerà
e tu non potrai rispondere
premuta dalle sue labbra
come una pietra tombale

il mio amore, Laura, lo sai,
viene da molto lontano
e va verso molto lontano
anche senza di te, ora,
verso la rivoluzione di tutto,
domani, anche del passato,
con te che mi cammini accanto
in silenzio, da sempre, coi compagni

Autore: Gianni Toti

Data: 7 ottobre 1947

Numero serie: 1947_0121

Temi: Amore; sofferenza; lontananza

Emozioni trasferite nella scrittura: Amore; sofferenza; lontananza