A te stesso

La stanza dove sei solo non ha parole
non hanno parole le scale che sali
e muta è la ringhiera a cui t’appoggi
e silenziosa questa penna acuta.

Forse sarà che tu non parli mai
e che non dica che questo silenzio
e le parole tue, le sue, le nostre
non trovino una voce, un suono, un grido.

Forse sarà così, forse anche avrai
chi parlerà per te, chi dirà ancora
che fosti vivo, fosti, anche se triste,
un uomo vivo di speranze, un uomo.

O forse, Gianni, passerai così
come si passa al mondo e la parola
che hai inseguito per gli altri sfuggirà
alle note del canto, la parola
di Laura, il suo nome vero, il nome
Serenità.

Autore: Gianni Toti

Data: 20 settembre 1946

Numero serie: 1946_0082

Temi: Tristezza; malinconia; disillusione

Emozioni trasferite nella scrittura: Tristezza; malinconia; disillusione