Salirai ai piani alti della vita?
O scenderai nelle vicere delle cantine?
Oppure resterai a mezz’aria dove la cintura del vento
si stringe attorno ai fianchi dell’altezza
e tetto e marciapiede sono ugualmente lontani?
So che ami i gradini, so che odi
i pianerottoli e le terrazze,
che le finestre ti sono sorelle
perché tagliano i profili
delle cose col rasoio dei vetri.
Allora non restare qui: scendi o sali
fino a toccare i fondi piedi oscuri
delle cose, fino a sfiorare
i lunghi aghi addolciti nelle capigliature
agitate d’amore alle radici
e se poi vorrai proprio fermarti
fermati dove le labbra si consumano
e si baciano i denti e le gengive
e le lingue e le tenere papille.
A quell’altezza è abbastanza alto
il piano della vita, fa già freddo
dove l’amore sale su se stesso.
Autore: Gianni Toti
Data: 1961
Numero serie: 1961_1610
Temi:
Emozioni trasferite nella scrittura:
