Senza fine l’attesa ci pareva

Senza fine l’attesa ci pareva
sotto il tallone tedesco, ricordi?
ma non questo ci attendevamo, non questa
altra agonia allora, la speranza
era creduta un bimbo appena amato
una notte brevissima d’amore
ora l’attesa é diventata vita,
eravamo ragazzi ed ora grige
le tempie discorrono gravi del tempo
che resta alla speranza, oggi, domani…

Ci sarà anche per noi un domani socialista?

Pantani di parole, i nostri piedi
ci si infangano, stanchi come le parole
che non bastano più, solo tenaci
sono i sogni di ieri, i nostri giovani
sogni cresciuti con le tempie grige,
i nostri sogni teneri e virili.

Eppure so che anche il mondo é infinito
come un’attesa d’amore, che é senza fine
il tempo e non ha termini lo spazio
e che tutto é possibile e che tutti
i sogni un giorno come monete preziosa
ci mostreranno l’altro volto che paga
il prezzo delle nostre fantasie:
anche il più pazzo sogno realtà
e la morte che balla e che sorride
fidanzata al futuro (lungamente
per millenni ha scherzato…)

Ma si, amico,
aspetteremo combattendo ancora
nel pantano dei versi impubblicati
nuotando nella vita verso rive
sconosciute, sognando verità
meravigliose e impreviste come sorrisi

Lo so, di noi diranno che il futuro
venne perché chiamato ad affrettarsi
dalla nostra pazienza, dalla nostra
pazienza combattente
tenera e goffa, lucida e feroce

Autore: Gianni Toti

Data 18 luglio 1955

Numero serie: 1955_382

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