LINGUAGGIO/PENSIERO

Uno spazio interattivo, un puzzle di infinite possibilità, dove il passato e il futuro si incontrano nella visione artistica di Toti.

Integrando direttamente con documenti inediti, la pagina diventa uno spazio interattivo dove puoi esplorare il pensiero di Toti attraverso i suoi stessi appunti. scritti, saggi, interviste.

Clip delle sue videopoemopere sono accompagnate da testi che esplorano il rapporto tra linguaggio e pensiero elettronico, evidenziando come ogni frammento visivo o sonoro contribuisca alla costruzione di un nuovo linguaggio.

Comincia il viaggio

Il linguaggio artistico è una potente finestra sul pensiero di un artista. Nel caso di Gianni Toti, l’intersezione tra parole, immagini e suoni nelle sue opere permette di esplorare profondamente le sue idee e la sua visione del mondo. Analizzando le sue opere attraverso questo prisma, possiamo comprendere come il linguaggio e il pensiero siano strettamente intrecciati nell’arte.

Il testo di Toti è un’interessante riflessione su come le nuove tecnologie e i cambiamenti nel pensiero visivo influenzino l’arte e la percezione della realtà

(da aggiungere il documento originale)

Toti in questo scritto ci mostra l’importanza di riconoscere la trasformazione delle immagini e del loro significato in un’epoca dominata dalla tecnologia digitale. L’arte non è più solo rappresentazione della realtà, ma diventa una forma di interazione con essa attraverso strumenti tecnologici avanzati. Quindi si pone l’attenzione sulla natura dell’immaginazione e della percezione, descrivendo come il cervello umano elabori e manipoli le immagini. L’idea della “poemovimentànea” o “istantanea poematica” richiama la fusione tra percezione immediata e creazione artistica, un processo che Toti vede come intrinsecamente poetico.

Arte e tecnica collaborano, evidenziando come le immagini digitali, attraverso algoritmi e modelli matematici, producano nuovi concetti e percezioni.

Il linguaggio come uno strumento dinamico

Il linguaggio, per Gianni Toti, non è solo un mezzo di comunicazione ma una manifestazione del pensiero stesso, capace di plasmare e trasformare l’esperienza artistica e la vita. Nelle sue opere, Toti esplora come il linguaggio possa diventare una “macchina mentale”, in grado di generare nuove forme di significato e interpretazione. Citando Toti: “Un poème est un sort de machine,” sottolinea come il video e la poesia si fondano per creare un linguaggio visivo e poetico, che trascende le narrazioni convenzionali. Questa intersezione tra parola e immagine diventa uno spazio in cui il pensiero si sviluppa in forme inaspettate, creando una poetica dell’innovazione. Il poetronico utilizza il linguaggio come uno strumento dinamico, capace di rivelare nuovi strati di significato attraverso il suo processo creativo, mostrando come il pensiero possa essere continuamente modellato e rinnovato attraverso l’arte.

Pensiero Elettronico:

Poematica:

Toti vede il pensiero elettronico come una nuova forma di caos creativo, dove il linguaggio si evolve in una dimensione che va oltre il verbale, diventando immaginifico e virtuale. Questo “chaos” viene riscoperto attraverso la lente del video e delle tecnologie digitali, che offrono nuove possibilità di rappresentazione e significato.”Il pensiero elettronico l’ha scoperto e riscoperto, il chaos, con il paradosso del suo determinismo, delle sue regole incausali, il suo ordine soggiacente… il modello del pensiero, il suo sistema caotico…”

 

La “poematica” di Toti non è solo una forma d’arte, ma un vero e proprio strumento di conoscenza, un modello imagopoietico che unisce segni, suoni e immagini in un sistema complesso e interattivo. Questo modello sfida le convenzioni tradizionali, cercando di creare un nuovo linguaggio capace di esprimere il potenziale poetico dell’immagine elettronica.”Il poema scientimmaginario che… rifà la parola-immagine totale, assolutamente nuova, estranea alla lingua… riscrive e reimmagina i poemi immanenti all’Humanistan…”

Così, nella tradizione di Gianni Toti, linguaggio e pensiero si fondono in una continua ricerca di nuovi orizzonti espressivi, dove ogni opera è un tentativo di pensare e sentire in un modo mai concepito prima.

Toti, attraverso il concetto di “video poema,” mira a creare un nuovo linguaggio che sia la fusione di tutti i linguaggi artistici. In questo modo, apre la possibilità di pensare in modi che prima erano inimmaginabili, utilizzando l’arte come strumento per esplorare e rispondere a problemi e domande che emergono solo nel momento in cui il linguaggio stesso si evolve e si espande.
Così, nella tradizione di Gianni Toti, linguaggio e pensiero si fondono in una continua ricerca di nuovi orizzonti espressivi, dove ogni opera è un tentativo di pensare e sentire in un modo mai concepito prima.

Il linguaggio artistico rappresenta un vero e proprio specchio del pensiero di Gianni Toti. Nelle sue opere, l’uso di parole, immagini e suoni intrecciati non è casuale, ma riflette una complessa visione della realtà. Toti esplora la potenza della tecnologia e i suoi effetti sulla comunicazione, e nel farlo, utilizza il linguaggio come strumento per ribaltare le convenzioni, creando nuovi significati.

Il suo linguaggio creativo mette in luce una critica ai media moderni, suggerendo che la tecnologia dovrebbe servire l’arte, non controllarla.

Il pensiero di Toti si manifesta nell’arte come una costante tensione tra innovazione e tradizione. Per lui, le nuove forme di comunicazione – il cinema, la televisione, e poi la telematica – rappresentano nuove opportunità per l’espressione umana, ma con rischi intrinseci. La sua arte non solo mette in discussione l’uso passivo dei media, ma invita a considerare un linguaggio nuovo che possa abbracciare il potenziale creativo della tecnologia senza cadere nelle sue trappole commerciali o omologanti.

Toti, attraverso il gioco di parole e il neologismo, cerca di superare i limiti linguistici del tempo proponendo un dialogo continuo tra passato e futuro, tra umano e macchina. Questo rapporto dialettico tra linguaggio e pensiero emerge chiaramente nel suo lavoro: la sperimentazione linguistica riflette la sua riflessione sulle possibilità future della comunicazione. Ogni opera, dunque, è una finestra su un universo in cui l’immaginazione e la tecnologia si incontrano, offrendo una visione inedita del mondo e del suo futuro.

“Disanagogando sulle telema-esperienze di Toti, ci troviamo intrappolati in un nodo gordiano di linguaggisterie e apocaenlissi tecnomentali, dove i “suonimmaginariati” si frantumano sotto il peso di un’informazione massiva e senza tropi. La “videosfera” — quell’ambiente entropico che Toti chiama non a torto “psicopercettologico” — è la matrice di un’interazione abortita, un simulacro di connessione che disloca l’uomo seriale verso l’apotesi del nulla. Ecco, il suo “telema”, dopo tutto, non è che l’inizio del fine-impercepibile, immerso in un vuoto post-poetico”

“VOI STESSI DOVRESTE CREARE VISIONI E RISPONDERE”

La riflessione di Gianni Toti sulla visione e le immagini può essere legata al linguaggio in quanto entrambi sono forme di mediazione tra pensiero e realtà. Così come il linguaggio articola e trasforma il pensiero in parole, il video e le immagini diventano una manifestazione visibile di concetti invisibili, il “doppio prodotto” di una realtà profonda. Toti sottolinea che il vedere, come il linguaggio, non è solo un atto passivo ma un processo creativo che plasma il nostro modo di comprendere il mondo e di costruire nuovi significati.

CHI SIAMO? E COME PENSIAMO?