I pianeti sospesi alle stelle
dai figli di luce, radici
di fiori lontani, altalenano
di spazio in spazio in dolci gallerie
di respiri e fraterne ironie :
fra cieli che si alzano e si abbassano
scivolando fra ascelle d’amore
Pianeti, bambini dello spazio,
sospesi alle stelle da fili di luce
fermatevi se potete
e se non potete seguitate;
le età adulte dell’universo
anche a voi si avvicinano,
Abbiamo sacrificato tutte le vostre morti
alle vostre radici, ai fiori lontani
che poggiano sui gambi del dolore
le loro estatiche corolle luminose.
Ma il tempo è buon corridore,
è alla curva, agita nella mano
un fazzoletto di spazio.. ..
Solo un labbro, assetato, vediamo;
questa riva, e la lunga sordata
del mare – l’altro labbro è submarino
Bocca che sugge il mare, grandi aratri
che scavano e tabbie azzurre
per liquidi raccolti di immagini…
Il mare non è che un simbolo,
un’annuncio, una profezia
di un mare senza rive, senza fine
Sorsate di infinito, lunga sete
inesausta alle labbra della costa,
la mia memoria è fresca, quasi la (profezia) ….
Autore: Gianni Toti
Data: 13 giugno 1958
Numero serie: 1958_873
Evento scatenante: osservazione della natura; introspezione
Emozioni trasferite nella scrittura: introspezione; malinconia; inquietudine
Temi:
tempo; mutevolezza; spazio