Senza la solitudine sono solo
Con lei, coniugato, dimoro
volentieri, quando ritorno
-o fuggo- dal lavoro
Insieme, allora,
ci appoggiamo al nostro al nostro
cuore per ascoltare,
conoscere il divino meccanismo
Ma sempre gli altri irrompono
a salutarci, gli Altri che conosco
così terribilmente, Io che non so
chi sono io – (se gli Altri mi conosco
a me potrebbero mentire).
Per questo il matrimonio difficle
con lei ho contratto e a Lei domando come
come conoscermi potrà e Lei mi sta
sempre per dire come e chi, ma quando
quando l’orecchio tendo, gli Altri sono lì
allegri e rumorosi a salutare
me che non so chi è mai chi essi salutavano
Autore: Gianni Toti
Data: 20 maggio 1957
Numero serie: 1957_612
Evento scatenante: introspezione
Emozioni trasferite nella scrittura: fragilità; incertezza
Temi: fragilità umana ; imperfezione