Sotto la fronte delle nuvole
del mondo il cielo si annoia
di questo grumo di fango
su cui saltano cavallette
con ali, coda ed elica, e ricadono
sulla groppa delle colline.
Sotto le ciglia degli orizzonti
occhi celesti di vedere si stancano
storie e preistorie e futuri meschini
e il tuo e il mio destino di strisciare
sopra le ascelle dei monti
Sotto il naso del sole,
in mezzo ai lunghi baffi luminosi,
un sorriso si forma, come un verso,
per un solletico dello spazio
e Giove ride, ed io e tu cadiamo
giù, per abissi di gioia
e canali di sangue celeste
in un caos allegro di pianeti.
Sotto il mio sesso una ragazza geme
e non sa nulla, gode soltanto, non teme
la noia del cielo, la stanchezza
degli occhi astrali, il sorriso del caos,
è lei, il solletico galattico,
uno spasimo ancora, e Giove ride,
e il cielo non si annoia,
e il mondo cambia
Autore: Gianni Toti
Data: 15 luglio 1956
Numero serie: 1956_444
Evento scatenante:
Temi: vita; morte; universo; tempo; natura; contemplazione
Emozioni trasferite nella scrittura: malinconia; stanchezza; gioia