Verso i quaranta
e non ci capisco niente,
(il che non vuol dire che
comincio a capirci qualcosa)
Echi di risate spezzate in piccoli singulti, ecco,
polpastrelli strofinati contro il marmo, si,
che cosa c’è, o c’era, di più sensuale?)
il sesso, tutto il sesso, nella sua incoscienza,
fare all’amore solo nei tuoi occhi,
le mani si tengono per mano, separate dal corpo,
potevo guardarti per ore, e tutte le tue parole,
le tue mezze parole, le sillabe e i mugolii
erano, non significative, oh, tremendamente significative,
erano il significato, tutto il significato di chissà che
E ora il sesso, il successo che manca
di fronte a me stesso, l’unica cosa onesta
è che gli altri non mi interessano, ma so chiaramente
che sono incompiuto, ancora dentro crisalidi
sudicie e dorate..
Verso i quaranta,
è sempre cosi?
Una risata lontana
un bicchiere di cristallo
che vola in pezzi
fra i fili dei filobus..
Autore: Gianni Toti
Data: 1961
Numero serie: 1961_1626
Temi:
Emozioni trasferite nella scrittura:
