Si era innamorato di quel volto di metallo

Si era innamorato di quel volto di metallo
carezzava continuamente le guance della moneta
consumava tra i polpastrelli le zigrignature blu
sentendo le vene dei centesimi, il sangue dei valori
circolare, scrivere, fluire fluidamente,
e poi incrinarsi i cristalli nascosti, le stesse vene frangersi
la prima, op, di verde rame e, op, la seconda, violacea..
E la sentì morire, non più rotonda, convessa,
sotto il pollice intuì anche il teschio di ferro consumato
Allora la gettò in alto, controluna,
come si fa per vedere la testa e la croce
e se ne andò senza attendere che ricadesse,
perché era morta tra le sue dita, intatta,
e non aveva comprato e non aveva venduto,
era quello che era e niente altro
un volto di metallo, con tenere guance sotto le palme,
ora un piccolo pianeta morto in orbita
attorno a un cuore di ferro vincitore di tutti i mercati
e di tutte le vacche…

Autore: Gianni Toti

Data: 1961

Numero serie: 1961_1568

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