Chi compera passato qui venga

Chi compera passato qui venga,
qui si fabbricano rovine
sbocconcellate dai secoli, in poche ore,
Signore!
solo un attimo attenda, tra un attimo è pronto
un tempietto con infrante colonne, uno spezzatino
di marmo, certo, e contorno di scritte latine
a metà…
Industria del tempo, signore? Commercio del passato? Forse
un giorno anche il futuro, perché no?
Questa è la mantenuta del passato,
signore, questa è Roma, la donna con braccia
di pietra stancata, la reliquia del mondo.
Da lei i ricordi convengono a congresso
in sale di museo austere, gravi.
E per le strade ballano i secoli, fra tonnellate
di libri invisibili che si sfogliano
con fruscio di tenere pagine alle orecchie
dei vicoli. Qui, signore, non c’è più
una via vergine di gloria, una forma intatta,
anche il sole è un attore che recita tramonti
su un telone di tetti sullo sfondo
di cartoline e rosari dietro bancarelle angosciate.
Signore, non se ne vada, venga qui, aspetti,
ho per lei un pezzo raro, sotto il banco,
la rovina delle rovine, guardi,
un pezzetto di futuro della millenaria Roma rimasto indietro, nella corsa di tutte le Romedel tempo,
incastrato tra due tronchi bianchi di marmo, schiene tornite
di colonne mutilate in bottega. Santa, signore,
glielo do per poco: un futuro- passato, mi creda,
nessuno lo capirebbe. Solo lei. Per questo l’ho fabbricato domani.

Autore: Gianni Toti

Data: 1961

Numero serie: 1961_1517

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