Una mattina ci alzammo
con uno strano presentimento:
ma il sole era al suo posto,
nel cielo, dove doveva,
e saliva sull’ascensore
del giorno, verso lo zenith,
come il bravo operaio della luce
che sempre era stato.
Ma quando fu mezzogiorno,
continuò a salire, impassibile,
puntando, come una freccia infuocata,
verso un bersaglio invisibile e altissimo…
Rimpicciolì, pareva che altre palpebre
lontano si chiudessero attorno al suo occhio.
Fuggì, questa è la verità, ci lasciò,
per altri sistemi da solarizzare
lasciandoci un cielo nero
a costruirci un altro sole, adesso,
perché ci siamo stancati di attenderlo…
Autore: Gianni Toti
Data: 29/05/1960
Numero serie: 1960_1235
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; smarrimento; incertezza
Temi: condizione umana
