Pugnali di neve branditi sotto il sole
minacciano la tenera
carne del giorno…
e solo questo caraquinho interiore
cura le sue ferite, dolcemente,
con bende musicali, con mani fresche di silenzio.
Epidemie dell’anima dialogano,
contagiosi mali – o dottori! –
Mi risuonano dentro antiche trombe d’allarme,
l’uomo si perde, si allontana nei deserti
dove si urtano le folle ed è scritta dappertutto
la misteriosa parola: “Amore”
su cui disputano gli archeologi…
Guardatelo dunque, il vecchio uomo nudo,
vestito, troppo vestito
di nomi e di carta di giornali
e provate a spogliarlo, ci vorrebbero anni secoli
per toccare alla fine la sua nudità.
E la distanza? Avete misurato la distanza
tra un occhio e l’altro, tra il dente di sopra
e quello di sotto, tra la mano sinistra e la destra,
tra l’articolo e il sostantivo, tra i tempi del coito?
Ma forse è già tardi: il pugnale di neve
tra le scapole azzurre del giorno, è già basso,
ne dà notizia solo un’ombra nana,
ha già messo radici taglienti….
fa freddo sotto il sole: non sentite?
Autore: Gianni Toti
Data: 16/03/1960
Numero serie: 1960_1161
Evento scatenante:
Emozioni trasferite nella scrittura: inquietudine; rassegnazione; smarrimento; consapevolezza
Temi: condizione umana; corpo; fragilità umana