Sono mio figlio, sempre concepito
da pensieri d’amore, e nasco e muoio
nel grembo della mente, nella tomba del cuore
Sono mio padre, e sempre mi ricreo
svegliando gli occhi da stanchezze antiche
ed ogni giorno muoio generando
E già più non capisco il padre e il figlio
e sono un uomo che non si conosce
il giorno dopo e che si ripresenta
ed altro volto parla dagli specchi,
altre parole nascono alle labbra
che chiedono anche ai baci di parlare
ed a se stesse di baciar la vita
perché dia figli e tutto nasca e viva
Sono una tomba col coperchio alzato
ed una culla dove nasco figlio,
un nome mi hanno dato, un grande nome
sapore di speranza, ed ora so
come mi chiamo , dicono: Avvenire,
dicon futuro ed ora so chi sono,
o meglio che sarò: ma chi sarò?
chiedo risposte e oracoli al pensiero
che mi é padre…
Autore: Gianni Toti
Data: 20 febbraio 1955
Numero serie: 1955_357
Evento scatenante:
Temi:
Emozioni trasferite nella scrittura:
