Odio i tuoi versi, colmi di tristezza
come bicchiere di povero vino
Perché non scrivi versi sulla luna
sul cielo, i fiori, l’amore, la donna?
Cosa importa se non è tua moglie?
Scrivi pure bugie, chiedo soltanto
che ti dimentichi anche alla tristezza.
A me fa tanto male e, sbaglio forse?
fa tanto male anche a te_Ma perché
non ti permetti di tradire il cuore
e lasciare te stesso ad aspettarti
a casa tua, [sognecchiando]? Sai, non posso
dimenticare questa tua tristezza
essa rimane sempre qui, per me,
l’unica mia rivale, e solo contro
di lei non so che fare, solo tu
puoi vincerla_ e tu aiutami che insieme
forse potremmo batterla? Tentiamo?
Mi dicono: tu fuggi da te stesso
ma sempre via con te te stesso porti
cosi lontano, così vicino.
Dove credi di andare, anche la luna
non è che un posto dentro l’universo
in un mare più vasto che ha sempre capito
oltre i quali altri mari, altri lontani
continenti d’amore, isole d’illusione.
Una sola è la fuga, una per tutti,
e non potrei non tentarloa, laggiù
dove la strada sbocca nella piazza
immensa e il fiume sfocia dentro il mare
Altra fuga è la tua: restare qui
qui, conquistare il nemico da cui vuoi
oggi fuggire e vincere: chi sa:
forse fuggire è solo andare avanti
Autore: Gianni Toti
Data: 28 gennaio 1955
Numero serie: 1955_341
Evento scatenante:
Temi:
Emozioni trasferite nella scrittura: tristezza

